Il nostro sogno è di prenderci cura del territorio in
cui viviamo attraverso una agricoltura d’osservazione e una vinificazione rispettosa.
Il progetto comprende la piantumazione di nuovi
vigneti
e il recupero dei pochi vecchi filari rimasti in
Appennino.

vini della terra

Costarella

Blend di Spergola (75%) e Malvasia di Candia (25%), vinificate separatamente: la Spergola macera 3 giorni sulle bucce, la Malvasia fa 2 settimane di macerazione carbonica. Unite in acciaio affinano 7 mesi, poi aggiungiamo mosto fresco per far ripartire la fermentazione in bottiglia e creare una bollicina fresca e beverina. Non filtrato né chiarificato, senza interventi chimici. Spergola dona acidità e freschezza, Malvasia aromaticità e tannino.

INTÀR

Rosso rifermentato da Lambrusco (80%) e Uva Tosca (20%). Macerazione sulle bucce per 5 giorni, poi 5 mesi di riposo in acciaio. Aggiunta di mosto fresco per la rifermentazione in bottiglia. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni, non filtrato né chiarificato, senza chimica di sintesi. Ricorda i lambruschi dei nonni: acidità, frutto, tannino e una bolla leggera.

Allinsù

Bianco rifermentato da Spergola (75%) e Malvasia di Candia (25%). Vinificati separatamente: Spergola macera 3 giorni sulle bucce, Malvasia 2 settimane in carbonica. Unite e affinate 5 mesi in acciaio. Fermentazione spontanea, non filtrato né chiarificato, senza chimica di sintesi. Spergola dona acidità e freschezza, Malvasia aromaticità e tannino. Dritto e conviviale, ma capace di evolvere.

LA BISMANTOVA

Bianco fermo da Spergola (50%), Malvasia di Candia (30%) e Trebbiano modenese (20%). Vinificati separatamente: Spergola e Trebbiano macerano 3 giorni sulle bucce, Malvasia 2 settimane in carbonica. Unite e poi invecchiate 14 mesi in barrique esauste, affinano altri 10 in bottiglia. Fermentazione spontanea, non filtrato né chiarificato, senza chimica di sintesi. Estratto, complesso, dai tanti volti.

ARSURA

Bianco rifermentato da Spergola (100%). Breve macerazione di 3 giorni sulle bucce, poi 5 mesi di affinamento in acciaio. Aggiunta di mosto fresco per la rifermentazione in bottiglia. Fermentazione spontanea, non filtrato né chiarificato, senza chimica di sintesi. Fresco e vivace, sa di estate e convivialità.

DALL’APPENNINO, PER L’APPENNINO

Cosa significa restituire qualcosa a un territorio?

Abitarlo, lavorarlo, dargli tempo e sudore, non abbandonarlo ma riempirlo di contenuti e persone, per restituirgli una minima parte della vita che ci ha dato, ai nostri padri e madri prima di noi.

Pietraviva si pone questo obbiettivo rispetto all’Appennino Reggiano.
Un luogo di straordinario fascino e mistero, un po’ come i suoi abitanti, che ha bisogno di sentirsi amato e popolato, specialmente da quei giovani che si nascondono dietro alla frase “non c’è niente da fare qui”.

La viticoltura, un tempo molto diffusa nelle nostre montagne, può essere un tramite importante per agire su un territorio in progressiva perdita di biodiversità umana e colturale (non culturale!!).
Il vino buono e sano ha il potere di unire le persone e di sprigionare idee e contenuti rivoluzionari, perciò crediamo che piantare vigna e fare vino in Appennino sia una scelta consapevole e dovuta.

Ci trovate qui, all’ombra della Pietra di Bismantova, simbolo della nostra comunità che resiste e di un territorio troppo bello per essere abbandonato.